Sant'Anna .... 26 luglio 
Nonostante che di s. Anna ci siano poche notizie e per giunta provenienti non da testi ufficiali e canonici, il suo culto è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente.
Quasi ogni città ha una chiesa a lei dedicata, Caserta la considera sua celeste Patrona, il nome di Anna si ripete nelle intestazioni di strade, rioni di città, cliniche e altri luoghi; alcuni Comuni portano il suo nome.
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Perché insegnò alla Vergine a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria.
È soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.
Tante mie amiche si chiamana Anna (grazia)o Anna Maria a loro tanti
auguri per il loro onomastico , ho fatto un giro nel web alla ricerca di notizie piu' approfondite sulla mamma di Maria, l'ho tanto pregata quando aspettavo i miei bambini a lei mi sono rivolta fiduciosa e oggi l'ho pensata perche' come futura nonna ho ancora bisogno del suo aiuto, mi sembra ancora di sentire trent'anni fa le amiche di mia madre ogni volta che mi incontravano con il pancione ripetermi " Sant'Anna ti protegga"... ma erano altri tempi oggi credo che una mamma incinta non sappia nemmeno chi e perche' si preghi Sant'Anna, era usanza durante il travaglio accendere una candela a lei perche' i dolori del parto durassero quanto il consumarsi di una candela, madri e suocere in preghiera speriamo che la Santa vegli ancora e sempre sulle partorienti e mai come questa volta sale la mia preghiera di futura nonna anche se sembra ieri che la pregavo come futura madre :)

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la cicala e la formica 
In una calda estate, un’allegra cicala cantava sul ramo di un albero, mentre sotto di lei una lunga fila di formiche faticava per trasportare chicchi di grano.
Fra una pausa e l’altra del canto, la cicala si rivolge alle formiche: “Ma perché lavorate tanto, venite qui all’ombra a ripararvi dal sole, potremo cantare insieme!”
Ma le formiche, instancabili, senza fermarsi continuavano il loro lavoro..
“Non possiamo! Dobbiamo preparare le provviste per l’inverno! Quando verrà il freddo e la neve coprirà la terra, non troveremo più niente da mangiare e solo se avremo le dispense piene potremo sopravvivere!”
“L’estate è ancora lunga e c’è tempo per fare provviste prima che arrivi l’inverno!
Io preferisco cantare! Con questo sole e questo caldo è impossibile lavorare!”
Per tutta l’estate la cicala continuò a cantare e le formiche a lavorare.
Ma i giorni passavano veloci, poi le settimane e i mesi. Arrivò l’autunno e gli alberi cominciarono a perdere le foglie e la cicala scese dall’albero ormai spoglio. Anche l’erba diventava sempre più gialla e rada. Una mattina la cicala si svegliò tutta infreddolita, mentre i campi erano coperti dalla prima brina.
Il gelo bruciò il verde delle ultime foglie: era arrivato l’inverno.
La cicala cominciò a vagare cibandosi di qualche gambo rinsecchito che spuntava ancora dal terreno duro e gelato.
Venne la neve e la cicala non trovò più niente da mangiare: affamata e tremante di freddo, pensava con rimpianto al caldo e ai canti dell’estate.
Una sera vide una lucina lontana e si avvicinò affondando nella neve: “Aprite! Aprite, per favore! Sto morendo di fame! Datemi qualcosa da mangiare!”
La finestra si aprì e la formica si affacciò: “Chi è? Chi è che bussa?”
“Sono io, la cicala! Ho fame, freddo e sono senza casa!”
“La cicala?! Ah! Mi ricordo di te! Cosa hai fatto durante l’estate, mentre noi faticavamo per prepararci all’inverno?”
“Io? Cantavo e riempivo del mio canto cielo e terra!”
“Hai cantato?” replicò la formica, “Adesso balla!”

Esopo

Io l'ho presa alla lettera questa favola ovvio io sono la formica che d'estate ha sempre creato per essere pronta all'inverno... ma se va avanti cosi' quest'anno faccio la parte della cicala.....ma 39 gradi mani e cervello non trovano il coordinamento!!!!!



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La raccolta dei pomodori 




Non sono serviti lavoratori extracomunitari per la raccolta pero' che soddisfazione sapevano di pomodoro questi erano i primi 2 poi ne ho raccolti un'altra decina e altrettanti sono ancora li' a cuocersi al sole oggi se ci rompevo un uovo sopra potevo fare le uova al pomodoro dato l'intensita' del calore :p
L'idea e' nata cosi' ma la ricetta delle uova ve la scrivo!

UOVA al pomodoro


mettere a soffriggere alcune fettine di cipolla con dell'olio di oliva,

avete presente quei bei pomodori rossi da sugo tipo(meglio) se San Marzano?
tagliatene un po' a pezzetti e quando l'olio inizia a soffriggere metteteli in pentola il segreto e' non farli cuocere troppo salate e pepate se il pomodoro non piace a pezzi frullatore ad immersione, rompete le uova in un piatto quando il pomodoro e' in bollore aggiungete le uova con una forchetta stracciatele bene un minuto e poco piu' e sono pronte fatele freddare qualche minuto pane morbido per farci la scarpetta .....ricetta contadina umbra che si cucinava d'estate il piu' delle volte quando si faceva la passata di pomodoro!

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Quando comanda la televisione..... 
Finche' mia suocera non e' invecchiata e il marito non ha fatto gli infarti per me la televisione era un elettrodomestico utile e quasi innocuo, poi ho capito da una suocera che crede ad ogni cosa che sente e si terrorizza, aspettando che le staminali le impediscano di morire e di tornare giovane e bella e da un marito(costretto all'immobilita' dallo stato di salute per dei mesi) che inveisce contro tanti servizi e risponde a tono quasi lo speaker fosse il colpevole del tutto che la televisione non e' un elettrodomestico ma il fautore del tutto!
Prima dell'avvento e io avevo 8 anni quando e' arrivata enorme con 3 manopole nella nostra cucina con papa' che sembrava sbarcato sulla luna e nonna che la guardava come fosse il diavolo, ma si parlava durante l'ora di cena, i miei il giorno nei campi di tempo c'e' ne era poco per effusioni familiari ognuno doveva badare ai propri doveri ma la cena era raccontarsi aprire il proprio cuore e ringraziando Dio che la tele era agli albori il film il lunedi, tanta tribuna politica si poteva ancora pensare con la propria testa, Carosello ha diviso il tempo della nostra infanzia a "letto dopo carosello" era uno slogan ma ne nessuno se ne e' accorto che si cominciava a perdere la liberta' individuale, tra uno spot (se allora avessi detto spot a mamma mi avrebbe dato un boccatone perche' lo avrebbe preso come una parolaccia) e l'altro ci cominciavano a far sapere che eravamo ignoranti e che avevamo bisogno di mille oggetti per sopravvivere e per di piu' di quella marca.......per sopravvivere in realta' c'era bisogno di essere ascoltati e di raccontare e raccontarsi ma lo slogan seguente dei successivi anni sarebbe stato "zitto fammi sentire" e nessuno ha sentito piu' l'altro
Potrei scrivere per ore sul atv e dtv (prima e dopo l'avvento della tv) ma non servirebbe e' venuta ha cambiato il mondo e sta a noi riuscire a spegnerla o sperare che salti la corrente per scoprire dopo i primi 10 minuti di astinenza con tutti i sintomi che sappiamo parlare e pensare da soli ;)

Liberi pensieri di Or scatenati da un commento del blog!!!!


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Fa caldo...  
Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


Alzata di prima mattina il verso meriggiare pallido e assorto riempi i miei pensieri (fidatevi e' la paura di affrontare come passare il pomeriggio senza morire di caldo e con la voglia di fare qualcosa di creativo ma con il cervello che non vuole ubbidire!!!)

Non ho niente contro l'estate ma la corsa di preparare pranzo e cena per non morire di caldo e l'ansia da stiro mi crea un profondo disagio e i ricordi vanno a quando bambina con l'aiuto di una sedia scavalcavo la finestra della mia camera mentre tutti dormivano alle 2 del giono inforcavo la mia bicicletta e andavo per prati tra l'assordante rumore delle cicale sperando di incontrare Gedeone (il serpentone) che immancabilmente trovavo sulla mia strada e nell'incoscienza degli 12 anni lo consideravi tuo amico be effettivamente era un grosso innocuo serpente che metteva solo paura, la mia prima vita fatta di avventure agresti meriterebbe un libro, ma forse non vedevo ancora i cocci di bottglia sul muro della vita e tutto era meraviglioso ( e pensare che quasi tutti i muri di recinsione avevano i cocci di bottiglie verdi e bianche sopra cementati!!!!) Il caldo apre strani cassetti della memoria ma ti rendi conto 40 anni fa come la vita era diversa non so piu' facile o difficile ma diversa, anche le estati arroventate di giorno ma fresche e ventilate di notte che permettevano al corpo di recuperare la stanchezza, oggi ti alzi stanca (almeno io ) per il caldo del giorno prima, un grande abbraccio alla mia verde meraviglisa Umbria che mi ha fatto crescere felice e serena giocando tra alberi e prati, godendo di ogni bellezza!!!! ;)


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